
Erano i primissimi giorni di ottobre quando presi la decisione di portarmi l’i-pod in viaggio in Indocina. Ci pensai a lungo se portare il riproduttore di suoni o no, dal momento che abitualmente amo assaporare anche con le recchie i rumori dei luoghi che visito per la prima volta, evitando quindi di isolarmi.
Però c’erano quelle 12 ore di volo fino a Singapore e forse ci sarebbero stati anche noiosi – in realtà in quel viaggio non vi fu nulla da potersi definire noioso – trasferimenti in autobus, durante i quali magari avrei potuto lasciare scorrere le immagini del paesaggio nei miei occhi, accompagnate da una dolce colonna sonora.
Cercavo materiale con il quale riempire i 2GB della memoria, e a dire il vero cercavo qualcosa di nuovo, qualcosa di adatto per l’occasione, che fosse concepito proprio per quel mio viaggio. Mi rivolsi ad un caro amico, uno di quelli che di musica ne sanno a pacchi, che accolse volentieri la richiesta di trovare qualcosa di adatto a me e alla situazione.
Fu così che durante il tragitto per andare pranzo in un luogo particolare per una occasione particolare, mi fece sentire la traccia Fake Empire dei The National dal freschissimo album Boxer. La voce di Matt Berninger mi ricordava quella di Nick Cave che con i Bad Seeds cantava Where The Wild Roses Grow, anche se per fortuna il testo non è altrettanto drammatico (se non sbaglio apparteneva in effetti all’ album intitolato Murder Ballads).
Fake Empire è associata alla primissima parte di viaggio, quando durante il trasferimento in treno da Stansted a Liverpool Street guardavo dal finestrino la campagna britannica con le cuffie nelle recie.
La dolcissima Green Gloves è per me la colonna sonora del viaggio col pulmino anni 50 tra le verdissime colline del Laos, tra Vang Vieng e Luang Prabang.
La dinamica Slow Show rappresenta nel mio immaginario un treno che al ritmo della pennata della chitarra macina miglia e miglia in polverose strade in un viaggio senza fine.
Nelle 4 settimane di viaggio e nelle successive l’album Boxer è stato mandato in loop decine di volte, e ogni volta le emozioni si rinnovavano.
Danke, Diego.