giovedì 26 aprile 2007
Una lepre
giovedì 19 aprile 2007
Scena del delitto

É successo venerdì sera. Dopo tanto tempo finalmente mi incontro con il mio amico che non vedevo da tanto tempo. Lo raggiungo al bar, dove ha avuto il tempo di bere qualcosa nell’attesa che io mi presentassi. Mi sono presentato. Abbiamo fatto due chiacchiere, ordinato due negroni, bevuto i negroni, appoggiato i bicchieri che contenevano i negroni al banco. Eravamo entrambi raggianti, lui che mi raccontava della sua tipa nuova e io che narravo le imprese della mia auto nuova fiammante. Bella storia, ci pigliava davvero bene. Poi due vecchi amici che ne hanno passate tante insieme e che poi si ritrovano dopo mesi e mesi… ogni volta è una festa.
Chessifà, si va all’osteria? Si va all’osteria. Parole a fiumi, congiunzioni a non finire, mani che gesticolano, mani che afferrano il bicchiere e mani che afferrano bottiglie e baci dati al bordo del bicchiere come alle labbra di una donna. Insomma la serata scorre come il nostro sangue nelle vene. Sostituiamo il vuoto con il pieno, ma restiamo sul rosso.In un istante i suoi occhi si spengono e contemporaneamente le mie pupille si dilatano. Oh-oh. Ora come lo porto a casa? 110 chili di alcool da indirizzare verso la strada giusta. Vabbè proviamoci. Infilo la mia spalla sotto la sua ascella. Usciamo dall’osteria giriamo a destra anche se quello che rimane del suo cervello spinge per andare a sinistra. Arriviamo a tentoni all’auto, lo caccio dentro e parto. Ci fermiamo davanti a casa sua lo estraggo di peso dal sedile. Questo è quello che ho cercato di fare, ma invano, dato che ormai si trattava di un cadavere senza iniziativa (come tutti i cadaveri, d’altronde). Ma il cadavere si sveglia si alza e si appoggia all’auto. Fa un passo verso il cancello ma non ce la fa cade per terra e mi tira giù con lui. Lo rialzo di peso – non credevo di riuscirci… Dove sono le chiavi? Eh? Dai, dimmelo, dove sono le chiavi? So che di solito le tenete nel giardino dimmi dove sono. I suoi occhi sono puntati verso l’Alaska, però riesce a farfugliare qualcosa come “MGNA...FAN…GULO”. Ok, capito, me le devo cercare da solo. Infilo la mano in tutti i vasi del giardino ma non trovo nulla. Torno da lui e ripeto dai dove sono le chiavi dobbiamo andare a fare la nanna non vuoi fare la nanna? In un’ottica di risparmio delle risorse, stavolta più semplicemente alza il dito medio e me lo indirizza con un sorriso storto. Occhei allora decido di portarmelo a casa mia. Santamadosca. Porcadiquellapuzzola. Scenetta come da copione: lo spingo in auto arriviamo da me, lo convinco a rialzarsi, si appoggia all’auto poi fa un passo e vrom di nuovo tutteddue per terra santamadosca. Lo trascino in casa e lo butto sul mio lettone. Gli sfilo i pantaloni e lo abbandono nella stanza. Manco per idea. Si alza, sbatte di qua e di là e mi costringe a rientrare. Ora ha le mutande infilate nel collo. Lo ributto sul letto, gli intimo di dormire e chiudo la porta. See magari. Di nuovo si rialza. E allora ok, lo porto in sala e lo butto nel divano letto. Dato che proprio ci tieni ora dormi di qua. Miracolo. silenzio. Allora mi infilo io nel mio lettone. Dopo 30 minuti un suono acquoso mi fa venire un orribile presentimento. Mi alzo, vado di la e mi si presenta la scena che vedete nella foto e il rosso NON è sangue. L’unica cosa positiva è che almeno sta dormendo. Vomita dormendo. Fantastico. Vorrei poterlo fare anche io. Così almeno mi evito il disgusto. Torno a letto e cerco di dormire. Sono le 3.45. Dato che però la notte è ancora giovane, tante cose possono accadere. E infatti dopo 15 minuti la porta della mia stanza si apre, e vedo la sua sagoma in maniera molto distinta: è completamente nudo (ha solo i calzini) mi sorride e ha intenzione di infilarsi nel mio letto, probabilmente urtato dal fatto che qualcuno gli abbia imbrattato in quel modo così maleducato il letto che gli era stato assegnato. Puzza talmente che la puzza si rifiuta di seguirlo, e infatti lo precede. Gira attorno al letto e si infila sotto le coperte senza proferire parola. Ora, dovendo io scegliere tra alzarmi dal mio letto e andare a dormire in un materasso zuppo di bile e invece restare nel mio letto…. bhè, la scelta è praticamente obbligata. Sul bordo del letto, come Eta Beta sul pomello, mi addormento…
martedì 10 aprile 2007
Primavera
Luce.
Sole aria. Cinguettio degli uccelli alberi che sussurrano segreti al vento gatto che si rotola al sole cane che scodinzola profumo di bucato al vento foglie colte da fremiti ombra sull’erba luce sull’erba api che si imbrattano dei semi di un pistillo legno che scricchiola topolino che si desta futuri fiori fluttuano pupilla che si contrae nuvola in navigazione verso nord argilla si scalda insetti che copulano alito di mammifero maternità di giovane gatta uno stelo si piega aria da sud cibo in arrivo acqua sgorga da antica fonte finestra si apre fuoco discreto uomo che cammina uomo che non cammina rododendro che si schiude gladioli in fila rosa che ancora non ne vuole sapere perché fa ancora troppo freddo e io il mio dovere l’ho già fatto un mese fa tulipano che invece soffre di eiaculazione precoce e ha già fatto tutto quello che doveva fare e ora se ne torna nel suo bulbo fino a nuovo anno nuovi rami che si protendono al cielo su albero ormai stanco tortora deterge penne che abbelliscono ali che accarezzano vento che ringrazia e continua nella sua danza che
domenica 1 aprile 2007
British Beagle
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