martedì 18 marzo 2008

Lavoratori

Un giorno a caso, la scorsa settimana.
Come d’abitudine, sono i Coldplay a svegliarmi, con Beautiful World, giusto per ricordami ogni mattina che un’altra bellissima giornata ha inzio per me in questo incredibile mondo.
In 15 minuti scendo nella cucina della gesthouse e incontro Deepak, il maid della villa che mi elargisce il suo cordialissimo sorriso. As usual. Mi preparo la colazione e intanto scambio con lui due chiacchiere. Noto l’anello al dito. È in Bahrain da due anni e si è sposato da uno. Faccio un rapido calcolo cercando di destare i miei neuroni che in genere, a quest’ora fanno ancora la nanna.
Dunque la moglie, fresca di nozze, è a casa, in India, mentre lui è qui, chiuso in questa guesthouse 24 ore al giorno. Il venerdi’ sarebbe il suo giorno libero, ma lui rimane seduto in poltrona a guardare la tv. Forse tra qualche mese tornera’ in India per un po’ di vacanza. Mi aiuta a risistemare la cucina dopo la mia colazione. Mi congedo da lui, augurandgli una buona giornata. Anche se mi sembra una sorta di presa in giro...
Mi sistemo la cravatta mentre sono mi sono appena accomodato sul sedile del passeggero della Toyota Yaris (qui esiste solo la versione a 3 volumi, quindi piu’ grande di quella che circola in Europa).
Shudanshu sorride un po’ meno, è piu’ vecchio di Deepak, è chiaro. E certo parla molto meno. Chissa’ dove sta sua moglie, chissa’ se ha dei figli. Il suo inglese è sbiascicato, peggio di Abu dei Simpson. Per quello parlo meno volentieri con lui. Non sorride. Per quello ogni volta che gli devo chiedere se mi puo’ portare in giro per la citta’ dopo il lavoro mi mette in difficolta’. È perche’ non capisco mai come la prende...e il fatto che sia pagato per questo non mi fa sentire meglio.
Arriviamo sotto l’ Euro Tower, i nostri piedi pestano la sabbia che nel frattempo il vento da nord ovest ha portato fin qui, chissa’ da dove. Mi volto e vedo una macchina in sosta con un tergicristallo sollevato. Istintivamente mi avvicino per abbassarlo. Mentre alzo il braccio, noto che anche la macchina dietro presenta la stessa anomalia. Il grande punto interrogativo che mi si appena formato sopra la mia testa espode quando vedo un ragazzo che passa uno straccio bagnato sul lunotto della terza auto. Un secchio pieno di acqua vicino ai suoi piedi. Lui? Indiano. Il tergicritallo sollevato? Lui si è preso cura di quell’auto...
Il titolo in grassetto della mia prossima mail indica che la devo ancora leggere. La leggo. È il cost analyst che mi dice che la spiaggia n. 1 costera’, secondo il suo computo, 3.8 milioni di dinari bahreniti. Devo girare l’informazione al Client Representative, che si era tanto raccomandato di tenere il costo sotto i 4 milioni.... Speriamo che la claim presentata dal Contractor non superi i 200 mila dinari. Mentre sono concentrato a come impostare la prossima mail che spediro’, scorgo il braccio di Manoj che appoggia delicatamente la tazza di caffe’ sulla mia scrivania, rigorosamente sul basso e giallo blocchetto quadrato dei post-it (ha imparato vedendo che io ci appoggio sempre la tazza, per non fare rumore). Gli sorrido. Io dico thanks. Lui dice you are welcome, sir. Continuo a fissarlo mentre passa per le altre postazioni ad appoggiare tazze di the’ o di caffe’ su scrivanie non sue. Avra’ la mia eta’. Prendera’ un decimo del mio stipendio. Chissa’ come ci è finito qui, dalla lontana Kanpur, quasi 400 km sud est di Nuova Delhi. Forse come ci sono finiti tutti gli altri, mi rispondo subito.
Sono davanti questo monitor da un’ora. La mail al Cliente è partita. Nel frattempo ne sono arrivate altre 9. Domani ho una presentazione al Movenpick Hotel, devo impostare il powerpoint. Come cavolo si dice insabbiamento? Siltation.
Area-marina-soggetta-a-prelievo-di-sabbia-a-scopo-di-ripascimento? Borrow area.
Sono stanco, strizzo gli occhi. Mi volto verso la finestra per cercare conforto dalla vista sul cielo di Manama. Quello che vedo e' nella foto sopra.
Ora.
Io sapevo che negli Stati Uniti sono soliti utilizzare gli Indiani per costruire i grattacieli per via della loro rinomata dote di non soffire di vertigine... ma non credevo fossero QUESTI Indiani.....


6 commenti:

diego ha detto...

Borrow indians.

.loaded. ha detto...

Alla faccia di chi fomenta la divisione sociale, comunico che proprio da ieri ho inziato ad usare l'autobus di massa per il tragitto casa/lavoro, e quindi viaggio insieme ai miei amici indiani, mentre tutti i miei colleghi inglesi utilizzano la propria auto.
Me ne fotto, io...

diego ha detto...

bravo! il prossimo passo è quello di fondare un sindacato! :)

.loaded. ha detto...

Ehm... a onore del vero devo aggiungere che tale decisione e' stata presa dopo essermi visto negare l'auto della compagnia (dopo la casa ho provato a farmi dare anche l'auto... bhe' chiedere non costa nulla). Quindi o sborso 300 euri al mese per il noleggio dell'auto oppure borrow indians.
Fondare un sindacato?! far away from it!

Ale ha detto...

e bravo! non e' forse cosi' che ci viene data l'ooportuinita' di scoprire qualcosa di nuovo? Non e' forse muovendosi con la gente comune che si vedono di piu' similitudini/differenze?
Onore ad loaded d'arabia.

Anonimo ha detto...

Bravo Ale!
Prendi l'auto e perdi l'esperienza.
Mi unisco all'inno:
Onore ad loaded d'arabia!

Scotland Yard