sabato 22 settembre 2007

Lentamente


Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita'.



giovedì 13 settembre 2007

Ebbene...

Ho deciso. Parto. Sì vado via. No non cambio idea. Parto. No. Non fare quella faccia. Ho detto che lo faccio. E lo faccio. Parto. Un mese. Tra ottobre e novembre. Indocina. ThailandiaLaosCambogiaVietnam, basically. No agencies, just backpacking. Come dici? Il lavoro? L'ho detto tre mesi fa. Alla naturale richiesta di chiarimento, ho risposto con questa mail:


"Ciao,

spero che queste righe che sto per scriverti possano descrivere in una maniera più esauriente - di quanto non possa essere un breve dialogo - la mia scelta di cogliere una opportunità e di saltare su un treno che difficilmente mi passerà vicino in futuro. Mi rendo conto che la mia decisione possa apparire - forse -inopportuna nei modi quanto nei tempi, so bene che questo autunno sarà una stagione calda per i pc della tua società. Tuttavia credo che qualsiasi decisione sia quella giusta, se chi la prende lo fa con coscienza e convinzione. Io non credo di essere un “in-cosciente”, anzi ho sempre pensato di avere un rapporto fin troppo razionale con la realtà e questo talvolta mi ha impedito di seguire i miei desideri fino in fondo. Mantenere la lucidità quel tanto che basta per non lasciarsi andare ad un impulso emotivo a volte può comportare la aprioristica esclusione di una emozione,e questo è tanto più vero quanto più l'educazione ti porta ad agire in quel modo mentre tu tuttavia continui a percepire dentro di te bisogni non soddisfatti e forse anche sistematicamente ignorati. E nemmeno ritengo di non essere sufficiente convinto, se è vero che reputo questo bisogno prioritario rispetto a ciò che comunemente si ritene debba esserlo. La sottile differenza che passa tra quello di cui ho bisogno e quello che voglio evidenzia, in me, una esigenza di pulizia interiore. Amo la seguente frase e la voglio condividere con te,XXX, ora: “Il vero viaggio consiste non nel vedere nuovi luoghi, ma nel vedere con nuovi occhi”. [...]. Certo, può anche darsi che il mio viaggio non mi porti a raggiungere lo scopo. Però credo che valga la pena provare, e lottare per un principio nel quale si crede. Vado per provare con mano e per vedere con i miei occhi che cosa sia la povertà, per capire cosa significhi non avere di che sfamare i propri figli, per scoprire dove si trova la bellezza delle cose. E tornerò con un bagaglio umano senza prezzo.[...]

Con stima,

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