sabato 27 settembre 2008

Sotto il velo

La curiosita' mi ha spinto ad ascoltare con estremo interesse i racconti dell'amico che ho reincontrato ieri sera al barbeque in piscina organizzato da amici comuni. Lui e' una donna in un corpo da uomo. Ha studiato moda a Firenze in Italia e se a questo aggiungiamo che e' saudita al 100%, bhe' allora la storia comincia a farsi interssante. Ultimo di 4 fratelli, tutti maschi, gia' a 16 anni aveva gia' deciso che non avrebbe fatto la fine destinata ai suoi fratelli, ovvero sposato ad una donna scelta dalla famiglia. Il padre, beduino, super musulmano, la madre, egiziana, piu' moderata, ma ovvimente questo, nella tipica tradizione familiare musulmana non ha alcun valore. Ma non e' di lui che voglio parlare, bensi' delle donne, del sesso, del matrimonio, dell'omosessualita', dei travestiti e delle lesbiche in Arabia Saudia, cosi' come raccontate dall'amico.

L'omosessulita' in Arabia e' naturalmente un tabu', che "non esiste". E' ovviamente bollata come deviazione, come comportamento impuro e viene severamente punita dalla Polizia Religiosa. Eppure e' assai piu' diffusa in Arabia Saudita che in qualsiai altro posto. Non c'e' uomo saudita che non abbia avuto esperienze sessuali con un altro uomo, almeno una volta nella vita. Ma perche' questo? I ragazzi e le ragazze, fin da bambini, vengono tenuti a distanza gli uni dagli altri. Le scuole sono divise per sesso e in pratica gli uomini e le donne non vengono a contatto se non al momento del matrimonio. Dato che all'adoloscente saudita come a qualsiasi altro ragazzo del pianeta, inizia a "tirargli" bellamente a quell'eta', risuta nauturale condividere questo bisogno fisiologico con i propri amici.
Questo e' il modo per i ragazzi per conoscere il proprio corpo. Probabilmente lo stesso principio vale per le ragazze, sebbene le infomazioni sull'amore saffico siano scarse, according to my friend.
Il problema e' che anche dopo il matrimonio, a molti mariti resta il ricordo dell'esperienza omo e dunque non e' raro che, sebbene sposati e con figli, l'attivita' omossessuale continui parallelamente al quello che viene definito "obbligo matrimoniale" (o "duty to the Party", per usare una espressione orwelliana), ovviamente per la gioia della moglie che sa ma che deve sopportare.
Il matrimonio nelle regioni beduine: il givane saudita ad un certo punto puo’ trovarsi nella condizione di preferire una ragazza piuttosto che un’altra (si tratta di una mezza scelta, in realta’, dato che avviene “ad occhi chiusi” - nel vero senso della parola: lei e’ sempre coperta e non si puo’ fare vedere. A questo punto la famiglia di lui valuta la convenienza dell’affare, controlla la disponibilita’ economica e la reputazione della famiglia di lei eccetera. Poi la madre di lui ha un incontro con la ragazza in privato. Solo lei puo’ vedere scoperta la potenziale futura nuora. Fianchi e seno in particolare sono ispezionati e valutati. Se alla fine il padre di lui da il go-ahead, la donna viene “acquista” (il mio amico parlava di una cifra sui 10.000 Euri). Ah, dimenticavo di dire che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di cugine o comunque di famiglie legate da una parentela.
Ovviamente in questo processo la futura sposa non ha alcuna voce in capitolo...
E pur tuttavia per una donna essere scelta da un uomo è un momento di felicita’, poiche’ significa famiglia e figli (...e l’amore? Un lusso per poche).
Ma ora viene il bello. Una volta sposati, la donna non puo’ manifestare la propria intenzione di andare nella casa del marito, perche’ altrimenti viene giudicata come donna di poco valore interessata solo al sesso (sic!). Quindi lei rimane a casa della sua famiglia.
Allora inizia il gioco delle parti: lei deve fare credere di non volere andare a casa di lui poiche’, essendo “pura”, DEVE temere l’uomo. Spesso sono organizzate scene da film nelle quali la donna finge si scappare dalla casa dei genitori per evitare di dovere andare dal marito. Allora la famiglia di lui DEVE effettuare vere e proprie spedizioni a casa della moglie, la “rapina” e la porta nella sua nuova casa. E tutti vissero felici e contenti.

Nelle famiglie piu’ estremiste, la moglie rimane coperta anche agli occhi del marito. La situazione piu’ paradossale il mio amico l’ha raccontata rappresentando una situazione reale. Si tratta di una famiglia sposata da 7 anni e con figli. Lui non ha mai visto in faccia lei. I figli li hanno fatti al buio. Un bel giorno il marito torna a casa in un orario inconsueto. La moglie sta sbrigando le faccende domestiche e, dato che fa caldo, si è tolta il velo e ha volto e capelli scoperti. Entrando in casa lui soprende lei scoperta e, vedendola per la prima volta in volto, deve aver pensato “ammazza quanto sei brutta!” e allora decide di divorziare. Nulla di piu’ facile. Lui ora è sposato ad un’altra donna e lei ha perso tutto. Chi vuoi che si prenda una donna “usata”?
Le donne allontanate dal proprio marito difficilmente vengono scelte da un altro uomo. Il trucco pero’ è ricorrere alla chirurgia estetica e.. et voila’, ritorni come nuova...

In Iran essere un omosessuale comporta la pena di morte. Pero’ se ti fai l’operazione, diventi donna, e ti prostituisci allora è ok. Infatti è considerato normale per una “donna” non abile a produrre figli, di essere oggetto di puro piacere.


Listening to: The New Amsterdams - "At The Foot Of My Rival- Reissue" (2008)

martedì 16 settembre 2008

Calma.

La verita' e' che voglio tutto e subito. E male, aggiungerei. Sono schiavo, anzi promotore, del superfluo, dell'economico, del globalizzato. Preferisco la mediocrita' ora che l'eccellenza dopo, illudendomi di ottenere il massimo subito, ma chiaro che bleffo su me stesso. Sono assuefatto dall' email. Un drogato dell'"invia e ricevi". Non fa in tempo ad arrivarmi un messaggio che gia' attendo con impazienza il successivo. In macchina ho sempre il cd inserito, passo da una traccia all'altra, e appena riconosco la canzone clicco su "next track". Una frenesia per il nuovo. Vado al corso di arabo ma non mi impegno molto. Studio assai poco a casa. Spero che le parole mi entrino in testa a forza di ascoltarle, ma putroppo non e' cosi'. Arrivo dove arrivano gli altri, ma con i miei tempi. Il minimo risultato con il minimo sforzo. A cena inghiottisco il frugale pasto che mi preparo, visto che devo correre a cambiare traccia del Media Monkey, e vedere se qualcuno mi ha scritto una email, addirittura controllo la posta del lavoro per godere nel vedere il titolo della mail in grassetto, qualsiasi cosa dica. E perdo, chiaro, il piacere degli attimi, degli istanti. Il piacere di fare, per un giorno, qualcosa di diverso. Per esempio non accendere il pc appena rientro a casa. Oppure percorrere un'altra strada tornando dall'ufficio. Intellettualmente pigro? Si' forse. Sentimentalmente irrequito? Hai voglia! Freneticamente pasticcione? Eccome.