giovedì 22 marzo 2007

Iwo Jima

É trascorso un mese buono da quando sono andato a vedere il film di Eastwood, e chissà perché ancora ci penso. Ho sempre provato diffidenza - e lo faccio tutt’ora - verso film americani che trattano della guerra. Non sono affatto un cinefilo, ma forse l’unica eccezione è stata la bellissima pellicola “La sottile linea rossa” di Terrence Malick, nella quale, comunque, risultava ancora evidente il solito difetto dei registi d’oltremare. E invece. Stavolta si parla della disperata difesa giapponese dell’isola di Iwo Jima vista dagli occhi degli sconfitti – e per questo tagliati fuori dalla Storia. Il Generale Tadamichi Kuribayashi, ben consapevole dell’impossibilità di difendere l’isola contro l’imponente flotta statunitense, mostra il lato più umano dei Giapponesi, nonstante sia un abile e lucido stratega. Nel tentativo di mostrare che i sentimenti del soldato americano sono analoghi di quelli del giovane Saigo, forse Eastwood cade nella retorica . Però stupisce comunque vedere la leggerezza con la quale le due guardie stelle e strisce fanno fuori i due disertori nemici, terrorizzati dalla certezza della battaglia ormai persa.
“If our children can live safely for one more day it would be worth the one more day that we defend this island”.
Speriamo in altri film così.

Nessun commento: