Il chemical beat è quello che senti dentro, all’altezza del petto, quando hai davanti due torri di altoparlanti che ti sparano dei bassi così profondi che ti tremano i peli della braccia. A differenza del precedente concerto nel capoluogo lombardo, questa esibizione dei Chemical Brothers – 15 giugno 2007 - è stato davvero uno spettacolo. Mi ero spesso chiesto che spettacolo potesse mai essere vedere due ragazzi che su un palco enorme pigiano tasti qua e là, dietro ad una consolle e davanti ad un armadio pieno di spie luccicanti di cui non disponeva neanche il Comandante Spock in Star Trek. Ebbene ora posso dire che i principali motivi sono: 1) un posto dove fanno 2 ore e mezza di chemical muzik non lo trovi con facilità 2) un posto dove ci sono 5000 persone che ballano tutte quante come in una colossale discoteca all’aperto è per me una novità 3) i pirotecnici e folkloristici movies che scorrevano sullo schermo gigante alle spalle del brit-duo avevano un effetto ipnotico che non ho avuto bisogno di altro per stordirmi… 4) non so cosa scrivere al punto 4.Comunque. La cosa che mi colpito più di tutte è stata di sicuro questa: alla fine del concerto sul maxi schermo appare una scritta che dice LOVE IS ALL.
Ora.
In condizioni normali avrei pensato, oh che carini, l’amore è tutto, sissì, è vero, chebbello, bravi bravi bravi.
Ma.
Io non sono in condizioni normali. Ora. Per cui quella frase l’ho metabolizzata. La parola amore è sul maxischermo. L’amore è sul palco. L’amore è in quelle scarpe appesantite dal fango l’amore è la musica elettronica l’amore è il cielo stellato di quella e di una qualsiasi altra serata. L’amore è tutto. Ed è dappertutto. Solo che a volte non si vede, si traveste, si camuffa, si prende gioco di noi. In realtà c’è, è lì che ci guarda, ci osserva. Poi a volte si fa avanti, a volte no, certe volte a te sembra un’ altra cosa, ma in realtà è lui. Sembra che non lo vogliamo, ma ne abbiamo bisogno, lo evitiamo, spesso, ma ne siamo dipendenti. Serve, funziona, si sta meglio, anche se a volte sembra che faccia male.
Ma.
C’è qualcuno che sa dirmi cos’è? Non chiedo tanto... solo che qualcuno mi si avvicini e me lo spieghi...che mi faccia degli esempi... che mi faccia capire l’effetto che ha, anche se so già che è impossibile. Eppure basterebbe così poco…. basterebbe lasciarsi prendere. Ma questa è un’altra storia.

3 commenti:
ahime' loaded... hai toccato un tema difficile.
fortunati quelli che sanno cos'e': gli altri vivono nell'invidia e nella speranza di lasciarsi prendere, un giorno.
probabilmente il concerto e' stato un esempio di cos'e'.
ohi ohi, sofferenza...
Sì, lo so, detta così è abbastanza drammatica la situazione... in realtà volevo semplicemente trasmettere la presenza continua ed assoluta di questo concetto (in contesti che - solo all'apparenza - non lo riguardano), del quale sto lentamente scoprendo l'importanza.
Mi viene in mente questa massima letta chissà dove: "il vero viaggio non è vedere nuovi luoghi, ma vedere con nuovi occhi"...
Posta un commento