venerdì 1 giugno 2007

VLC

Dicono che maggio sia il mese migliore per viaggiare, ma la verità è che ogni luogo che visiti per la prima volta ha il suo bel fascino. La città spagnola per esempio mi avrebbe fatto impazzire anche ad novembre, quando verso le 18.00 i mercanti di porcellane di Plaza de la Reina iniziano a sparecchiare i loro banchetti fatti di piatti e vassoi e oliere e mestoli e bicchieri per tornare a spingere il carretto. E che dire invece di agosto, quando gli studenti si radunano sotto le ampie volte bianche e fresche della Ciudad de las Artes y las Ciencas, magari con i piedi ammollo nelle basse piscine, il tutto frutto dell’estro della matita di un Calatrava, nome che si addice forse più ad un ingegnere che ad un artista. E invece Valencia mi ha fatto impazzire a maggio, quando le strade del centro si colorano di verde e di arancio a causa degli alberi e dei loro frutti, che magicamente riescono a brillare in un ambiente così innaturalmente antropizzato. Quando , arrivato alla fine della Avenida del Puerto ad una certa ora ti volti e vedi il sole che una precisione giapponese si va a infilare tra le due sponde del viale creando un gioco di luci e ombre e volumi degno di un Caravaggio. Quando gli equipaggi delle quattro barche sfidanti rimaste della Luis Vuitton Cup (lasciapassare per sfidare Alinghi nella Coppa America) rientrano alle loro basi con il sale sulle labbra pensando che il mare qui è salato ma che tuttavia la vita senza sale non è la stessa cosa. Quando la sera ha il profumo d’estate e la mattina profuma di sole già alto e ti svegli senza dover necessariamente pensare a qualcosa. Quando in metropolitana vedi i giovani che vanno verso il mare con i loro zaini, e scorgi un ragazzo che bacia le labbra di una ragazza nell’ultima fila e vedi lei che subito abbassa lo sguardo con imbarazzo e desiderio, lo capisci dai suoi occhi. Quando prendi una bici e percorri tutto il parco ricavato dall’alveo del fiume che passava per la città. Inoltre mi ha fatto impazzire a maggio, quando avrei dovuto assaggiare la paella valenciana e invece me ne sono dimenticato, quando avrei dovuto vedere almeno la bacheca dove viene custodita la Coppa America e invece me ne sono scordato (tra l’altro passandoci di fianco più volte al giorno, mentre deambulavo nel porto)… Foto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

piacevole lettura, come oramani ci hai abituato.
resterà comunque un bel ricordo, nonostante la sconfitta di Luna Rossa, vero?

a.

Anonimo ha detto...

A volte capita addirittura di scordarsi di tornare!

Ciao,
Piccola Flò.

.loaded. ha detto...

Magari, Piccola Flò!O ti capita di perdere la memoria, oppure fai qualcosa per scordarti di ritornare...chissà se un giorno io non ne abbia il coraggio...

Anonimo ha detto...

Ora siamo su quest'isola,
poche le comodità...

Non so se ci siano differenze tra il luogo in cui vivi ora e la Tua Isola; dopotutto se "fai qualcosa per scordarti di ritornare" sei tu che vivresti il luogo in maniera differente.
Tutti si ricordano di me come l'allegra bimbetta rimasta naufraga in un'isola deserta.
Ora ho una quarantina d'anni e abito ancora la stessa capanna, certo il turismo ha cambiato tutto: ci sono alberghi, pub, giostre e centri commerciali... Ma in fondo qui ho trovato la mia dimensione, sto bene.

Passami a trovare!
(Piccola) Flò