sabato 31 gennaio 2009

Un venerdi' sera

Se mi avessero fermato sarei andato diretto in galera senza passare dal via. La polizia, dico. Se mi avessero fermato e mi avessero fatto il controllo mi avrebbero sbattuto sbattuto in gattabuia per almeno una notte. E invece, ancora una volta, mi e' andata liscia. La cena al Senor Pacos mi ha garantito un grado etilico nel sangue tale da apprezzare dettagli che altrimenti sarebbero passati inosservati. Il problema e' che in questo risotrante messicano servono l'alcol (cosa che succede solo nel quartiere di Adlya, in gran parte) e quindi ti portano caraffe di Margarita e te la versano nel bicchiere come se fosse acqua. Chiaro che uno esce storto dal ristorante.
Pero' usicre storto da un locale nel Middle East non e' esattamente come uscire storto da un qualsiasi altro locale europeo o altro. Qui devi dare una parvenza di sobrieta', sempre e comunque.

Comunque.

La serata e' proseguita al Tabu. Una discoteca normale. Con musica unz-unz. Niente di straordinario a livello musicale ma comunque non ci si puo' lamentare, visto il luogo. Alle 2.58 la musica smette e le luci si accendono e il locale chiude perche' cosi' ha deciso il Re, Hamad bin Isa Al Khalifa.
Soprattutto dopo il giro di vite in virtu' delle troppe liberta' che erano state concesse. Tipo la liberta' di stampa e di opinione - da qualche giorno sono diversi i siti che sono stati bannati dal Governo a causa di " publication of prohibited content" (vedi qui) ma questo e' anche per un altro motivo (le manifestazioni di protesta degli Sciiti delle quali non ho la minima intenzione di parlare in questa sede).
Comunque.
Sono i Death From Above 1979 a farmi compagnia durante il viaggio di rientro a casa (tipo 1000 metri dalla discoteca, una dei vantaggi del vivere in the Kingdom of tiny Bahrain). Blood On Our Hands e' la geniale traccia che sento a palla tanto che non apprezzo neanche il rumore della mia Yaris.
E in questo momento che rifletto sul supremo stato che sto vivendo. Ciucco come un cammello, mi rendo conto di essere nel Kingdom of Bahrain. Vivo qui da ormai un anno. Da non crederci. Se me l'avesso detto un anno e mezzo fa ci avrei fatto una risata sopra. E invece ora sono qui. Pazzesco di quanto la vita ti possa stupire. Amo questa sensazione. Tanto piu' ora. Felice come un pazzo.
Vedo luci azzurre lampeggiare all'ingresso del mio quartiere, Juffair, ma per fortuna la poliza non mi ferma. Alrimenti sarei finito diretto in galera almeno per una notte. Fanculo la foto che per una volta ometto di pubblicare insieme al post.

1 commento:

Anonimo ha detto...

per quanto le scelte coraggiose possano sembrare impossibli, una volta dall'altra parte della sponda il salto non sembrava poi cosi' difficile.....
bravo loaded! e auguri per il tuo primo anno nel kingdom of B.
mrcharged